Com’è il bicchiere per te? Mezzo pieno o mezzo vuoto?

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Punti di vista – Com’è il bicchiere per te? Mezzo pieno o mezzo vuoto?

Partiamo da questa espressione proverbiale e un po’ retorica che tutti abbiamo sentito almeno una volta nella vita, per parlare di ottimismo.

Il bicchiere mezzo vuoto (o mezzo pieno) non è che la misura di capacità di un nostro modo di atteggiarci di fronte alle cose della vita e misura il nostro fondamentale ottimismo o pessimismo.

Certamente quello del bicchiere è una sorta di test piuttosto sbrigativo, eppure efficace per rendere l’idea. 

Siamo di fronte a una delle variabili più affascinanti del nostro vivere, perché contribuisce o meno al nostro benessere fisico ed emozionale.

Ma si nasce ottimisti o lo si diventa? Si può imparare ad essere ottimisti?

Io credo di sì: si può imparare a pensare in modo più ottimista. 

Riflettiamo sui nostri comportamenti e atteggiamenti per diventare più consapevoli di noi stessi.

Se viviamo tempi incerti, momenti in cui dobbiamo prendere delle decisioni importanti, ci aspettiamo il meglio? (Allora abbiamo un fondamento di ottimismo) 

Oppure pensiamo che difficilmente le cose andranno bene? (Allora prevale un certo pessimismo)

Ciascuno di noi poi ha un suo modo di spiegarsi le cose che accadono e perché.

C’è chi si ritiene causa dei propri insuccessi, oppure ritiene che vari fattori esterni lo abbiano provocato.

L’ottimista tende a spiegare eventi negativi con fattori esterni.

Qualunque cosa abbia causato l’evento è di per sé modificabile e non influenza altre aree della nostra vita.

Il pessimista al contrario pensa che le motivazioni siano interne a noi stessi e inoltre non siano modificabili, ma vadano a intaccare e minare altri aspetti della propria vita, in modo quasi globale. 

Essere ottimisti è sicuramente un vantaggio.

Lo dimostrano vari studi in questo settore.

Inoltre si accompagna ad un maggior benessere psico fisico.

Insomma, più riesci ad essere ottimista, meno sei soggetto alla depressione. 

Anche in ambiente scolastico, se osserviamo i nostri alunni con attenzione, possiamo individuare quelli che hanno una tendenza maggiore   alla depressione e possiamo intervenire, insegnando loro ad essere più ottimisti, perché un atteggiamento positivo nei confronti delle difficoltà li aiuterà (e aiuterà anche noi) ad abbassare il rischio di entrare nella spirale della negatività e ad ottenere risultati scolastici migliori.

Gli ottimisti, a qualunque età vivono meglio e stanno meglio anche fisicamente.

E non solo.

Studi e ricerche hanno dimostrato che riescono ad identificare meglio i problemi e le criticità.

Questo li porta di conseguenza a escogitare soluzioni e strategie migliori per affrontarli, a ricercare informazioni, a trovare aiuto e utilizzare tutte queste cose a proprio vantaggio.

Quindi, dato che l’ottimismo influenza la nostra resilienza, la nostra abilità a combattere le avversità, vale la pena imparare ad essere più ottimisti!

Maria Grazia Cavallino

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